Passare
dalla teoria alla pratica non è mai semplice; in particolare per la potatura,
tutte le volte ascolto gli esperti, leggo le regole di base sui libri e poi,
quando sono davanti alla pianta… rimando alla prossima volta.
Intanto mi dovrebbe tranquillizzare sapere che la potatura non è indispensabile, perchè in realtà la pianta cresce bene anche senza l’intervento
dell’uomo; poi, a livello
familiare,un taglio sbagliato non fa di solito grandi danni, perchè in
genere si rimedia l’anno dopo.
Lo scopo è
quello di favorire il passaggio della luce e dell’aria, di dare la forma voluta
e stimolare al massimo la formazione di fiori e frutti.
Ho imparato che vanno eliminati soprattutto i rami che si incrociano, quelli storti, quelli deboli e sottili,
quelli troppo vecchi, con boccioli in sovrannumero, i polloni.
In piena vegetazione si fa invece la potatura del verde, per sfoltire o eliminare rami malati.
Con la cimatura
si eliminano gli apici dello stelo sopra due foglioline e serve per favorire la crescita di nuovi rami; è un
classico farla sul basilico.
Per gli
arbusti la regola generale è vedere se sia sempreverde o caduco e quale sia
l’epoca di fioritura.
Intanto
vanno eliminati i rami vecchi e secchi e poi, se si tratta di piante a fioritura precoce,
fioriranno di solito sui rami prodotti l’anno precedente, e quindi si dovranno potare subito dopo la fioritura, a due/tre gemme, perchè possa ricrescere il ramo che porterà le gemme a fiore pronte per l'anno successivo.. E’ il caso ad esempio, della
forsizia, del lillà, della kerria.
Se la
fioritura è più tardiva, la pianta ha tutto il tempo di produrre nuovi rami sui
quali sbocceranno i fiori, quindi la potatura si fa a fine inverno sui rami che
hanno prodotto l’anno precedente.
E’ il caso
della buddleia.
Ho studiato bene? Adesso che so tutte queste cose, però, non ci sono più scuse, e tra un paio di settimane almeno le buddleie le devo potare.
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