mercoledì 13 maggio 2015

In attesa dell'autoproduzione, GAC

Siamo sicuramente tutti super indaffarati più del solito in questo periodo. I lavori nei campi ci incalzano ma, almeno per me, ortolana della domenica, i frutti si faranno aspettare ancora un po'.
Da quando in estate produco le mie verdure, è sempre più difficile poi comprarle in negozio. La scarsa qualità dei prodotti è più evidente, frutta e verdura gonfiate che in natura non esistono, sapore insipido o inquietante perchè ha  qualcosa di chimico. Il biologico dei normali negozi ha prezzi che per una famiglia sono francamente esagerati.


E' stata quindi una bella sorpresa scoprire l'esistenza dei GAC, gruppi di acquisto collettivi. Conoscevo i GAS, ma le modalità di partecipazione erano un po' complicate.
I GAC sono una forma di e-commerce; la spesa è un momento molto rilassante in cui ci si mette al computer e si accede alla apposita piattaforma, dove si trova un paniere di circa 200 prodotti, tutti bio, preferibilmente Km 0, frutta e verdura di stagione e prezzi decisamente ottimi. C'è di tutto, compresi prodotti per la casa (che costano poco, non inquinano e funzionano davvero), bevande, formaggi, carne per chi ne consuma, pane. Si fa l'ordine on line nel mio caso entro il giovedì, e il mercoledì successivo vado a ritirarlo nel GAC più vicino. I miei passaggi al supermercato ormai sono sempre più rari.


Il tutto è stato favorito da un progetto di  alcuni anni fa della Provincia,  affidato alla gestione del Movimento consumatori, che ha peraltro coinvolto nel progetto, oltre alle realtà agricole della zona, anche cooperative che lavorano con persone disabili che si occupano della distribuzione.
Perciò vi auguro intanto di poter autoprodurre il più possibile, ma vi suggerisco comunque di verificare se esista nella vostra zona una realtà simile a quella dei Gac piemontesi. Io non li conoscevo ed ora ne sono davvero entusiasta. Baci a tutti.

martedì 6 gennaio 2015

Davanti al Presepe - Auguri da una befana

Oggi nel presepe abbiamo aggiunto i tre magi, e il quadro è completo. Tutto è così semplice e quasi scontato: il bambino, i pastori, la stella. Credo fosse normale per quell'epoca che ci fossero famiglie povere; ma nascere in una stalla, non avere cibo, un camino, niente, probabilmente anche per l'epoca era il massimo della povertà.
Ma oggi si è aggiunto un elemento: arrivano dei saggi, dei grandi re a conoscere e riverire un bambino poverissimo appena nato.

Il mio libro-presepe di Luzzati, ecco che arrivano i Magi...oops, ma quanta polvere sul mobile, vado subito a pulire!!

Nel racconto della nascita e della vita di Gesù sembrano sempre mescolarsi riferimenti alla realtà dell'epoca e insegnamenti profondi.



Nella fuga, Gesù nasce dove capita, i genitori fanno del loro meglio per non farlo morire di freddo e mettono lì vicino degli animali; la gente del posto si impietosisce e manifesta la sua solidarietà portando qualche genere di conforto.
In cielo c'è qualcosa che brilla e colpisce più del solito, forse una cometa.
Sicuramente i Magi non sono arrivati così presto e  il presepe rappresenta una sintesi di ciò che può essere accaduto; fatto sta che pare appurato che  tre saggi, astrologi, re, studiosi, si rechino  da questo grande maestro ancora in fasce.


Semplicemente guardando il Presepe, possiamo trarre alcune indicazioni.
Intanto che, cristiani o no, probabilmente  vale la pena di ascoltare gli insegnamenti di questo bambino, per molti figlio di Dio, dato che grandi studiosi lo attendevano da tempo e hanno affrontato un viaggio così lungo e pericoloso per verificare la sua esistenza, senza contare quello che è successo nei successivi due millenni.
Inoltre, il Gesù che farà i miracoli, nasce nella povertà assoluta, forse per dirci che la vera ricchezza non è quella esteriore, e che per essere importanti e potenti, non è necessario essere ricchi e  avere riconoscimenti immediati, anzi.
Poi, che la sopravvivenza di questo maestro è forse stata possibile per la solidarietà degli altri poveracci che vivevano nella zona, che hanno fatto piccoli doni e sono stati di sostegno per come hanno potuto; ho bisogno di ricordarmelo più spesso.


Sempre guardando il presepe impariamo che se vogliamo percorrere un sentiero illuminato, arrivare a qualcosa di veramente importante, per trovare un maestro, dobbiamo alzare lo sguardo, guardare in cielo, cercare una stella, staccarci dalle vicende terrene almeno ogni tanto, diventare magi astrologi studiosi noi stessi.
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Guardando il presepe, vedo rocce, piante, animali, persone generose, cose che accadono per la malvagità di alcuni; vedo sapienti, maestri, vedo la vita di tutti i giorni e forse anche consigli su come provare a vivere al meglio questa opportunità che è la nostra vita.

Auguri da una befana (lo sono da 23 anni per le mie figlie...). Baci a tutti.